Viviamo in un mondo frenetico, oggetto di mille e più pressioni a livello quotidiano e di vita privata, sociale, lavorativa e scolastica e tanto altro ancora; siamo immersi in una epoca di ansia e di agitazioni, vorremmo sempre far tutto, essere ovunque, e fatichiamo a prenderci del tempo per noi.
Le conseguenze di tutto questo, spesso, sfociano in alcuni disturbi di natura psico fisica che possono essere generalmente contraddistinti da due grosse branchie di tipologia, quelli da ansia e da stress. A questi se ne collegano altri, che possono essere al contempo sia collaterali che conseguenziali, o addirittura scatenanti.
In particolare parliamo della classica insonnia, che sempre più spesso, oggi, viene curata con dei sonniferi.
Ma di cosa stiamo parlando nel concreto? Cosa ne sappiamo della insonnia e degli usi e delle tipologie di sonniferi? Andiamo con ordine a vederci più chiaro al riguardo.
Insonnia e sonniferi, un tandem ormai classico
Nel mondo accademico e medico vi sono modi molto più ortodossi nel poterla definire con maggiore correttezza ma è palese che sia importante capire il concetto di fondo. Per questo quando parliamo di insonnia
in linea generale potremmo dire che facciamo riferimento alla incapacità di dormire e ad una fitta rete di moltitudini di effetti, concause e differenziazioni che andremo ad analizzare.
Di norma, per poter curare una forma di insonnia, si tende a pensare che la procedura standard e più efficace sia quella che porta a passare prima dal medico per una accurata diagnosi, poi con un tentativo di cura relativo a abitudini comportamentali e magari a prodotti naturali e, come è logico che sia, se e quando nessuna di queste proposte è efficace nella cura del disturbo, dunque, infine, passare al sonnifero.
Insonnia, come individuarla e distinguerla
Se si parla di insonnia potremmo dire che in verità abbiano in linea puramente teorica tra le mani tutta una vasta tipologia di possibili disturbi. Del resto non è affatto un caso se ad oggi molti tendono a identificare tutti i tipi di insonnia come disturbi del sonno, che, come si evince, tra loro sono molto diversi.
Infatti possiamo, a titolo di esempio, avere
un disturbo del sonno relativo ad una insonnia cronica: in questo caso stiamo parlando di un tipo particolare di disturbo che colpisce un paziente e non sparisce. Nei casi di insonnia cronica il paziente davvero non riesce a dormire e ad addormentarsi e questa problematica prosegue sempre, e in modo pressappoco ininterrotto, non concedendo mai, o quasi, una notte serena.
Parliamo di pazienti che si coricano e non prendono sonno, e se caso mai ci riescono, poi, continuano a svegliarsi. La cronicità è dovuta al fatto che il corpo si abitua a questo e non smette di soffrire di insonnia con tutte le logiche e intuibili gravi conseguenze che possono derivare su di un piano strettamente fisico e psicologico e esistenziale.
Di contro possiamo distinguere anche
la insonnia ciclica e quella transitoria che a differenza della prima tendono a sparire (nel secondo caso) o a riapparire ma solo a cicli. In particolare, in questo contesto, si ha spesso la presenza di pazienti che lamentano fasi di insonnia nelle quali non riescono a dormire da altre in cui ci riescono.
Chi soffre di insonnia transitoria invece, superato l’ostacolo momentaneo, torna ad avere cicli di sonno regolari più o meno sempre, salvo episodi sporadici.
Da cosa dipende l’insonnia
La classica domanda ‘da cosa dipende l’insonnia’ è la tipica dal valore di un milione di euro. Rispondere in modo oggettivo e universale infatti è praticamente impossibile. Questo perchè
una forma di insonnia di norma viene associata ad un quadro che, pur anche nella presenza di disturbi del sonno lievi e transitori, si incastra in un contesto di difficoltà e di disagi un pò più ampi, da cui la forma di insonnia deriva. Non riuscire a prendere sonno significa che qualche fattore sul piano psico fisico sta operando affinchè i classici ricettori del sonno che interagiscono con la nostra naturale forma di processare i cicli di sonno e veglia ordinari che sono gestiti dal sistema nervoso centrale non riesca a compiere il suo compito preciso.
Ci possono essere svariati e infiniti motivi per i quali il sonno non arriva e quasi sempre, c’è da dire, hanno a che fare con meccanismi psicologici e fisici legati a stress ed ansia. Naturalmente anche la presenza di patologie, dolori e malattie incide moltissimo, ma è chiaro che si tratta di una forma di insonnia, questa, molto più facile da inquadrare.
Infatti, è veramente difficile poter andare a fondo dei problemi da cui una insonnia, specie se cronica, deriva. Perchè seppure può essere ragionevole pensare di individuare il problema di superficie da cui discende, sovente, questo, è solo la punta di un iceberg di sofferenze psico fisiche maggiori.
Relazione tra ansia, stress, insonnia e patologie
Vi è una indubbia correlazione tra i fenomeni della ansia e dello stress, come del resto vale per le patologie, e l’insonnia. Spesso sono disturbi associati, congiunti, e gli uni derivano dagli altri e viceversa.
Ci sono infiniti casi di somatizzazione dei problemi, e di situazioni appunto psico somatiche che inducono in un soggetto particolare la mancanza di sonno per via della correlazione stessa.
Sonniferi, consigli e avvertenze per l’uso
Come detto, in moltissimi casi il percorso della insonnia non si cura se non con sonniferi. Come sappiamo i sonniferi sono dei farmaci che permettono di regolare la funzione dei ricettori del sonno che da tempo evidentemente non assolvono al loro dovere.
Ma bisogna far attenzione nel seguire i consigli corretti e stare attenti a tutte le avvertenze del caso. In primo luogo, bisogna sapere che è sempre e solo il medico a prescrivere la terapia.
Questa terapia farmacologica con sonniferi deve essere seguita alla lettera dal paziente che deve attenersi rigorosamente alla posologia ed alla tempistica d’uso. Deve essere previsto un piano di graduale e progressiva riduzione del farmaco, poi.
Vale a dire, bisogna operare uno scalaggio pensato e indicato dal medico per evitare fenomeni come l’assuefazione o la dipendenza, che potrebbero acuire il problema ancora di più. Stessa cosa con la riduzione graduale: sospendere tutto insieme il sonnifero è un errore che potrebbe danneggiare il paziente e rendere inutile tutta la terapia.