In questi ultimi anni, grazie anche ad una migliore e più accessibile fonte di informazioni tramite sorgenti di comunicazioni aperte a tutti, come il web, si è avuta una vera esplosione di conoscenza su tanti aspetti che, invece, negli anni passati, venivano ignorati o peggio ancora bollati.
Uno dei settori che sembra aver beneficiato molto di tutto questo è la medicina e in particolar modo quella che fa riferimento agli usi, ovvio consentiti dalla legge, di alcuni farmaci e medicinali relativi alla cura di alcune problematiche specifiche, come la insonnia o lo stress o l’ansia che, fino a non molto tempo fa, erano viste a dir poco con occhio critico.
I sonniferi, medicinali utili per molti
Nel passato infatti chi faceva uso di farmaci per dormire come appunto sono noti i sonniferi oggi, sembrava quasi che non stesse curando una problematica nota come l’insonnia ma quasi una dipendenza: insomma, per molti, per farla breve, chi prendeva gocce o pillole per dormire, per abbassare stress e ansia o era malato o era un drogato, o era matto.
Certo, stiamo andando per esagerazioni, ma in molti strati sociali la percezione era questa. Un pò l’equivalente di chi andava dallo psicologo o dallo psichiatra e veniva visto come un malato di mente.
Per fortuna, il progresso ci aiuta, e oggi sappiamo che se il sonnifero oggi venisse usato, come sovente accade, da persone con disturbi o patologie, la accezione non è più così negativa.
Ma anzi, oggi uomini e donne finiscono per avere una maggior leggerezza nell’approcciarsi ai sonniferi e questo rappresenta, semmai, il problema opposto.
Facciamo allora chiarezza e cerchiamo di capire quando e chi può o deve usare un sonnifero.
Cosa fanno i sonniferi e chi li usa e cosa è l’insonnia
Partiamo da un presupposto: che cosa è mai davvero l’insonnia? Ad oggi ci troviamo nelle condizioni di poter per fortuna rispondere con maggior chiarezza a questa domanda dicendo che l’insonnia è solo uno dei vari disturbi del sonno per così come noi la conosciamo, oppure che è un termine generalizzato per raggrupparli.
Ma di fatto abbiamo tanti e differenti tipi di insonnia. Ad esempio
possiamo parlare di insonnia cronica quando il paziente che ne è affetto in poche parole non se ne libera mai. Il suo sonno è sempre disturbato, interrotto, oppure non riesce a dormire o lo fa malissimo e con estrema fatica e questa condizione non lo abbandona mai.
Si parla invece di insonnia ciclica quando al contrario il soggetto va a patire gli stessi problemi di un insonne cronico ma a differenza di quest’ultimo passa dei periodi, dei cicli appunto, in cui invece riesce a dormire. Insomma, in poche parole: ci sono dei periodi in cui dorme, e altri, per mille e più motivi scatenanti non riesce a dormire. Dunque, letteralmente a cicli.
E poi ci sono le insonnie transitorie o occasionali, momentanee e sporadiche. Di norma, capitano a soggetti che in linea generale riescono a dormire, o a farlo comunque per lo più nella maggioranza dei casi in modo anche se difficile, ma comunque stabile. E poi arrivano dei momenti che, per via di una condizione particolare magari di stress o preoccupazione o ansia non si dorme. In genere questi pazienti non riescono a dormire per un breve periodo, per poi tornare, specie dopo la terapia, a farlo in modo regolare.
Qualità e quantità del sonno: come intervenire sui problemi di insonnia
Ci si trova di fronte poi a problemi legati alla qualità ed alla quantità del sonno. Vale a dire ci si imbatte in problematiche relative ad uno specifico soggetto che può non riuscire a dormire sul piano qualitativo o quantitativo.
Nel primo caso, magari la persona riesce a prendere sonno, me come detto questo sonno è disturbato, interrotto e la persona patisce un senso di stanchezza e di logoramento perchè la qualità della sua dormita è pessima, tanto da alzarsi al mattino più stanco e irritato di prima.
E invece nel secondo caso di parla proprio di quantità, vale a dire la persona che ne è affetta non riesce proprio a dormire il tempo sufficiente a che il corpo si rigeneri. Se è appurato che in media un corpo deve dormire otto ore e che ci sono casi in cui la persona riesce a condurre una vita regolare anche dormendo di meno, in questo caso invece parliamo di persone che dormono pochissimo o niente.
E comunque, in tutti questi casi, la necessità è quella di un percorso clinico.
Farmaci per insonnia da uomini: quale scegliere
Non vi è una sostanziale differenza tra uomo e donna in relazione alla terapia farmacologica da assumere. In linea di principio infatti ci si può sempre appellare alla grande famiglia dei sonniferi che, una volta testati e messi sul mercato, hanno dimostrato efficacia e sicurezza e un bassissimo impatto in quando ad eventuali effetti collaterali tanto per gli uomini quanto per le donne.
Possiamo ricordare
i barbiturici e le benzodiazepine, che sono in questo secondo caso alcuni dei farmaci sonniferi più utilizzati e sicuri. Sono tutti prodotti che agiscono con i ricettori naturali del sonno all’interno del nostro sistema nervoso centrale producendo gli effetti del sonno che altrimenti non saremmo in grado di regolare in modo autonomo.
Poi ci sono anche i farmaci Z, e i prodotti naturali, che molti consigliano per il basso impatto di interazione.
Ma attenzione: tutti questi farmaci non possono essere assunti in modo autonomo anzi, devono essere regolarmente prescritti da un medico.
Il medico, posologia, prescrizione e analisi di base
Se un medico si trova di fronte un paziente che non riesce a dormire, sarebbe folle pensare di poter andare direttamente a prescrivere un sonnifero e risolvere così la questione. Perchè se è vero che alla luce di tutto quanto ci si può comunque trovare bene e risolvere il problema, in realtà il farmaco non va prescritto così alla leggera.
Il medico in poche parole dovrebbe conoscere lo storico del paziente e capire cosa è meglio fare anche perchè ogni paziente è un caso a parte, è un soggetto unico.
Ci possono essere interazioni mediche, o problemi psicologici o fisici, e tutti questi vanno analizzati in modo accurato per poter studiare sempre al meglio il da farsi.