Quando si parla di insonnia e si fa riferimento alla nostra, generalizzata, incapacità di addormentarci e di prendere sonno è piuttosto frequente, e per certi versi del resto anche logico in quanto rende le cose più facili e comprensibili, racchiudere l’intero concetto in un unicuum rappresentativo del tutto.
Potrebbe anche essere un esercizio piuttosto utile per capire come funziona la insonnia, ma a dire il vero, in questa particolare branchia specifica di una area dei tanti disturbi che in qualche modo potremmo legare ai vari fastidi di natura psico fisica e connessi a stati di ansia e di stress, dovrebbe andar fatta una specifica molto più dettagliata.
Tipo di sonno, sonniferi, insonnia, la relazione
Partiamo da un presupposto: la cosiddetta insonnia è sì, certo, lo stato nel quale un determinato paziente fa fatica a prendere sonno o non ci riesce affatto, e patisce situazioni di risvegli e notti in bianco: ma l’insonnia in sè rientra in un concetto più variegato dei disturbi del sonno che distingue vari tipi di sonno e di insonnia stessa.
Come sappiamo il nostro sonno è scisso in varie fasi nelle quali la fase rem è quella più importante dal momento che associa la produzione migliore di sostanze naturali psico attive che lavorano all’interno del nostro sistema nervoso centrale tramite i noti recettori del sonno come i DABA che permettono di fatto al corpo di raggiungere uno stato di profondo risposo e di rigenerazione del corpo e della mente.
Il sonno leggero e la insonnia transitoria o ciclica
Si parla di sonno leggero o di insonnia transitoria per quei casi in cui il determinato paziente in questione soffre di fasi temporanee e passeggere di insonnia oppure di momentanei buchi di sonno o appunto, di un sonno leggero che porta la persona a svegliarsi più volte.
Di norma quel che capita è che il paziente si trova a dover affrontare in linea di principio una fase di preoccupazioni o ansia o stress per mille motivi che possono spaziare dalla sfera affettiva e familiare o sentimentale, oppure a quella lavorativa, sociale e di interazioni.
A questo punto, se la situazione pur essendo transitoria non passa, è bene rivolgersi al medico, il quale dopo una attenta valutazione del quadro completo del paziente può indicare l’uso di alcuni sonniferi che possono essere di tipo naturale (come per esempio la valeriana, la camomilla, i fiori di bach) oppure molto più semplicemente i sonniferi veri e propri che inducono la persona a risolvere il problema più in profondità.
In questo caso sono consigliate le benzodiazepine a basso dosaggio, almeno stando alla maggioranza delle indicazioni degli esperti del settore.
Insonnia cronica e uso dei sonniferi
Diverso, verrebbe da dire profondamente diverso, è il caso della cosiddetta insonnia cronica. Stiamo parlando in questo caso di
una situazione particolare nella quale, dopo ampie analisi, il paziente e il medico riscontrano che la stasi della insonnia non passa ma anzi è duratura e costante, e sta mano a mano depauperando le energie e le risorse sia fisiche che mentali del soggetto.
Parliamo di una insonnia che è ripetitiva, e non va a cicli come può essere in diversi casi in cui si alterna a fasi di buon sonno discreto. In questo caso il paziente passa le notti in bianco con una tale frequenza che le sue risorse vanno a deprimersi, con il conseguente effetto a catena in tutti i fattori della vita quotidiana.
Il soggetto fatica a lavorare, a mantenersi concentrato, ad essere lucido nelle sue manifestazioni dell’io e della carriera, ad interagire in modo coerente e corretto con gli altri nella socializzazione e, oltre alla sofferenza interna e al cattivo umore, subentrano spesso anche le conseguenze fisiche dovute al fatto che non si riesce a dormire e dunque il corpo si stanca molto di più.
Come fare a risolvere questo problema? Molto semplice. Almeno a parole. Occorre rivolgersi come detto, in primo luogo, al medico di base o a uno specialista o perchè no ad entrambi.
Cosa fa il medico: prescrizione sonniferi
La prescrizione del medico diventa l’aspetto focale attorno a cui registrare il tipo particolare di percorso che è doveroso mettersi come obiettivo, vale a dire il raggiungimento di un sonno in qualche modo rigeneratore, costante e senza necessità di terapie.
A fronte di una situazione problematica riscontrata, il paziente va dal medico il quale provvedere a redigere un vademecum di intervento relativo alla comprensione della situazione attuale in cui si trova lo stato di salute psicologica e fisica del paziente, e le eventuali situazioni contingenti quali per esempio la assunzione di farmaci, o la presenza di situazioni di patologia e via discorrendo.
E’ chiaro che se il paziente assume dei farmaci per un suo qualche disturbo, il medico deve valutare la eventuale interazione tra questi e il sonnifero da prescrivere.
Questo inoltre, va alimentato dal fatto che occorre sempre e comunque partire da una comprensione di quelle che possono, almeno in linea teorica, le ragioni profonde del malessere.
Analisi del quadro psicologico
A volte un paziente si trova appena in una situazione di crisi emotiva, o psicologica o fisica temporanea e possono essere sufficienti delle soluzioni per così dire soft, come possono essere per fare degli esempi i sonniferi naturali.
Tra questi la valeriana, o la melatonina, o ancora la camomilla, i fiori di Bach e via discorrendo. E’ chiaro che si tratta di sostanze poco invasive e per lo più innocue, anche se ogni prodotto può comunque in linea di principio generare effetti collaterali.
Se non basta, si può ricorrere a dei farmaci, come appunto i sonniferi. Tra questi possiamo ricordare alcuni come i più funzionali come le benzodiazepine o i barbiturici o i farmaci Z, e comunque tutti quei prodotti di natura ansiolitica che siano adatti anche per la cura della insonnia.
Ma è bene dire subito che non basta, nè può durare per sempre, la cura farmacologica. A parte il fatto che i sonniferi non vanno presi a vita ma vanno anzi scalati, ma è bene sempre accompagnarli ad un percorso di analisi psicologica o psichiatrica per riscontare quali tipo di situazioni problematiche possono esserci alla origine del problema del disturbo del sonno, al fine da indagare nella profondità e procurare un sollievo al soggetto.