Viviamo in una epoca di continua frenesia e preoccupazioni, e nella quale le difficoltà non mancano mai, andando ad inficiare il nostro quadro di serenità psicologico ed emotivo. Non solo: pur nella crescente evoluzione medica, oggi nostro malgrado vediamo crescere nello strato sociale tutta una serie di problematiche legate a ansia e stress che indicono molti di noi a soffrire anche di disturbi collaterali e complementari.
Tra questi, uno dei più noti è l’insonnia. Sappiamo che
moltissime persone al mondo soffrono oggi di insonnia e che i numeri statistici, alcuni dei quali parlano di 5 su 10, o 6 su 9, sembrano lasciare il tempo che trovano, ma sono comunque sia indici allarmanti di una sorta di crescente problematica peraltro anche abbastanza omogenea e ‘democratica’, quanto a categorie colpite.
Intendiamo dire che, di norma, un pò tutti e indistintamente finiscono per soffrire di insonnia, dai più piccoli ai più vecchi. Per quanto però, va detto, che per molti motivi e ragioni mediche e cliniche proprio gli anziani finiscono per soffrire molto di insonnia.
Come si possono curare le insonnie negli anziani? Andiamo ad approfondire questo tema tanto gettonato.
Anziani e insonnia: quali sonniferi assumere
Partiamo da un presupposto: i più anziani sono persone di base già abbastanza fragili dal punto di vista fisico e psicologico ed emotivo. Parliamo di persone che, per quanto sagge, vigorose, esperienti e piene di vita e di vitalità, hanno però sul proprio bagaglio della esistenza delle lunghe storie pregresse, anni di sacrifici e di vita vissuta, e questo si paga in termini di acciacchi, disturbi e anche difficoltà emotiva.
Tutti sappiamo che il vecchio adagio sugli anziani che dormono poco non è una bubbola ma si fonda sulla consapevolezza dei dati di fatto e delle esperienze di anni e anni che dimostrano come in effetti il peso degli anni abbia di per sè un ruolo centrale nella crescente incapacità di dormire negli anziani.
Non tutti gli anziani sono insonni: come capire il problema
Certo, andiamoci piano nel dire che tutti gli anziani soffrono di insonnia perchè non è così. Ci sono coloro che dormono tranquillamente, quelli che fanno un pò di fatica ma ci riescono, e altri che soffrono di insonnie sporadiche, magari per via di qualche dolore, acciacco o pensiero.
Potremmo definire e racchiudere le ragioni generali per le quali un anziano non dorme in una gamma tipica di situazioni che a ben vedere
racchiudono anche le altre persone nelle altre fasce di età, ma con un naturale aggravio dovuto proprio alle generali situazioni di un quadro clinico che, ovvio, in un soggetto anziano non può mai essere roseo e fresco come quello di un giovane. In particolare dunque avremo anziani che non dormono per motivi di disordini di natura fisica, o per via di un progressivo indebolimento del proprio stato di salute.
Oppure potremmo avere anziani insonni per via della loro naturale tensione alla preoccupazione, come chiunque altro, in tutte le età, per le cose della vita, della famiglia o di sè stessi.
In condizioni generali ogni forma di ansia e di stress, e di agitazione e preoccupazione può divenire per chiunque una sorta di campanello di allarme per i soggetti che hanno un rischio di insonnia. Questa problematica può accentuarsi negli anziani.
Ma quali medicinali possono prendere gli anziani?
I sonniferi per anziani
I sonniferi per anziani sono diversi, come lo sono del resto poi per tutte le altre categorie sociali. Fatto salvo che il medico a cui è necessario e doveroso rivolgersi deve o almeno dovrebbe aver perlomeno tentato di iniziare a curare la particolare insonnia del paziente con altre piste e terapie tramite per esempio l’uso di farmaci naturali, laddove questo non avesse prodotto alcun tipo funzionale di efficacia o di risultato, allora ecco che potrebbe scattare il momento dei sonniferi.
Tra i principali ricordiamo le benzodiazepine, i similari come per appunto i farmaci a base di benzodiazepine, ma anche i barbiturici e i farmaci z.
In linea di massima, ogni tipo di farmaco sonnifero ansiolitico presenta degli effetti collaterali ed è per questo che alla luce delle recenti analisi e dei progressi della medicina, avendo riscontrato un miglioramento generalizzato da questo punto di vista, possiamo dire che molti specialisti prediligono la scelta delle benzodiazepine.
Come procedere, cosa fare
Naturalmente nessun paziente, men che meno un anziano, può assumere liberamente un sonnifero e procedere con una sorta di auto medicamento. Al contrario deve sempre e comunque essere il medico sia esso quello di base o lo specialista, a doversi assumere l’onere e la responsabilità della prescrizione.
I sonniferi sono farmaci psico attivi e invasivi per definizione, e scatenano delle reazioni all’interno del sistema nervoso centrale tali da sopperire alla mancata o carente produzione di sostanze che i recettori del sonno generano nell’indurre il corpo a dormire.
Di conseguenza se ne conviene come il pericolo di un effetto collaterale o più di un uno possa sempre essere dietro l’angolo ed è per questo che per ogni paziente, e sopra ogni altra cosa per un paziente anziano, la somministrazione deve essere molto oculata, ragionata e ponderata.
Il medico deve conoscere a menadito il quadro clinico del paziente anziano e sapere di quali tipi, se ne ha, di patologie e sofferenze questa particolare persona soffre o può soffrire. Quali sono le medicine e i farmaci che assume e da quanto, e come possono, se ci sono, possibili interazioni con i potenziali sonniferi.
Inoltre, a parte questo, una delle pagine cruciali è quella legata alla posologia ed ai tempi di somministrazione del sonnifero stesso.
Infatti, non si può certo prendere a vita un sonnifero, ancor di meno per una persona anziana che ovviamente è più a rischio interazioni dal momento che vi è una forte probabilità di persone che usano diverse altre medicine.
Di conseguenza, la posologia e la durata della terapia devono essere indicate dal medico ed essere scrupolosamente seguite dal paziente. In questa ottica, infatti, il rischio alto è quello della assuefazione e della dipendenza dal farmaco laddove non ci sia una graduale diminuzione dell’uso.
Non si può, non si deve, meglio, smettere il farmaco sonnifero tutto insieme, ma in modo graduale e progressivo per far sì che il corpo si adatti in modo stabile alla liberazione dal farmaco stesso.