Quando si parla di medicinali e sonniferi che siano da usare come rimedi contro il sonno e per dormire meglio, molto spesso in questo periodo si sente parlare positivamente del Cbd.
Ma che cosa è il Cbd? Di cosa stiamo parlando esattamente? E’ presto detto.
Il CBD, un rimedio per dormire meglio
Che cosa sarà mai questo CBD di cui si sente parlare e quali sono gli effetti del CBD sul sonno? In primo luogo, si parla, più che di farmaco nella sua accezione generale, di integratori.
Gli integratori al CBD sono una moda molto popolare al giorno di oggi e il fatto che se ne discuta tanto è perchè si tratta di una sostanza cannabinoide.
in moltissimi oggi scelgono le proverbiali proprietà terapeutiche naturali del cannabidiolo, al posto di assumere farmaci classici. Ma in che modo il CBD migliora il sonno? Ecco come.
In poche parole
Il CBD (cannabidiolo) è un cannabinoide senza di effetti psicoattivi. In poco tempo è diventato molto apprezzato tra i consumatori di cannabis a scopo medico e terapeutico.
Potremmo dire anzi che oggi, e di recente, si sia traformato in uno dei prodotti più usati come integratore nutrizionale e prodotto terapeutico. Il cannabidiolo viene in linea di massima estratto dalla canapa industriale e dalle varietà di cannabis psicoattiva.
In che modo viene prodotto il CBD
Oggi l’olio di CBD deriva da canapa industriale ad alto contenuto di CBD. L’estrazione di CBD dalle varietà di cannabis è ancora non lecito in diverse nazioni. Infatti, l’olio di CBD della RQS viene estratto in modo esclusivo da canapa biologica di origine europea. Quasi tutti i prodotti contenenti CBD oggi sul mercato sono oli di CBD, unguenti al CBD e capsule al CBD.
È stato chiarito che il CBD contribuisce a tenere la naturale omeostasi dell’organismo. Inoltre il CBD interagisce con il nostro corpo tramite il sistema endocannabinoide, o ECS. Questa rete di recettori è presente in tutti gli esseri umani: ecco perchè oggi questo prodotto viene chiamato cannabinoide “guaritore”
E, oggi, è anche un ottimale sonnifero naturale.
Il Cannabidiolo (CBD) non è psicoattivo: chiarimenti
Come noi sappiamo il sonno non è solo quello che riguarda la fase Rem. Infatti il ciclo del sonno è fomato da 5 fasi. Le fasi da 1 a 4 comprendono il sonno NREM (non-rapid eye movement). La fase 5 è quella del sonno REM, ovvero di movimento oculare rapido.
Questi cicli di sonno durano circa 90 minuti. Durante la notte, la quantità di tempo trascorso nella fase NREM e in quella REM cambiano da caso a caso e da condizione a condizione. La durata di sonno ottimale nell’arco di 24 ore è composta da 4-6 cicli consecutivi.
Di norma un adulto ha bisogno di dormire di media 8 ore per notte. Ad una piccola percentuale di popolazione, meno del 5%, bastano appena 5 ore di sonno al giorno.
Il CBD aiuta a migliorare la qualità del sonno. Svolgendo ricerche certo ci si imbatte in incoerenze tra i risultati dei test scientifici e le testimonianze dei consumatori di CBD abituali. Secondo alcuni vi è un conflitto di interessi.
Secondo altri, assumere in piccole dosi, il CBD non provoca effetti sedativi. Ma per altri ancora questi prodotti stanno già aiutando molte persone a trascorrere una notte di riposo rigenerante. Farmaci come il Valium ad esempio sono noti per causare dipendenza e, con il passare del tempo, minare il fegato. Il sonno innaturale indotto dai sonniferi può lasciare una sensazione di confusione la mattina seguente.
In linea di massima tutti i prodotti comunque, al di là di quel che possono dire o non dire le ricerche ufficiali, i test e le sperimentazioni, hanno un minimo di potenziale invasivo e di effetto collaterale.
Ecco perchè occorre sempre rivolgersi al medico di cura.
Posologia, indicazioni mediche, prescrizione
Proprio così. Posologia, indicazioni mediche, prescrizione: sono tre elementi cruciali e fondamentali quando si finisce per parlare di insonnia o disturbo del sonno. La prima cosa da dire al riguardo in effetti è che di per sè ogni singola e particolare indicazione medica non può non passare se non attraverso una specifica induzione di responsabilità del paziente stesso.
Cosa significa? Che il medico certo può e anzi deve fare tutte le valutazioni e le analisi del caso, ma non può mai sostituirsi al paziente nella assunzione del farmaco a meno che non si tratta di una terapia farmacologica coatta nei pazienti affetti da gravità e incapacità di auto regolamentazione.
Detto questo
il medico a cui ci si rivolge, prima di andare a prescrivere un qualunque farmaco come quello oggetto di analisi di questo approfondimento deve o almeno dovrebbe andare a fondo alla questione. Da dove ha infatti origine la problematica della insonnia è un aspetto cruciale della faccenda e capirlo può significare in poche parole tutto.
Inoltre, al di là della origine, il medico deve anche conoscere il tipo di eventuali problematiche fisiche e cliniche che quel paziente ha in ‘dote’. Vale a dire se assume altri farmaci, se ha delle patologie, se ha difficoltà psicofisiche di una qualche natura e via discorrendo.
I farmaci infatti possono interagire in modo negativo tra di loro e anche se hanno un basso impatto quando a effetti indesiderati alla fine, agendo in un corpo già sottoposto a terapia, possono eventualmente indurre reazioni impreviste.
Alla luce di tutta questa questione il medico dunque dovrà assumersi l’onere e anche il rischio di una prescrizione di un farmaco sonnifero solo e quando eventualmente altri percorsi non siano andati a buon fine.
Ovvio, poi, che la posologia e la tempistica della stessa assunzione hanno una analoga e cruciale rilevanza. In base alla sua conoscenza del quadro clinico, il medico deve indicare quanto medicinale assumere, in che modo e fino a quando.
E’ assolutamente sconsigliato il produrre una sospensione immediata, per evitare l’effetto tracollo del paziente: come tutti i medicinali, anche in questo caso si deve procedere con uno scalaggio graduale e a una progressiva eliminazione della sostanza dal corpo, sia per permettere allo stesso di ri abituarsi ad un ciclo di sonno naturale e senza medicine, e sia per evitare assuefazione.