In una situazione come quella che emerge tutte le volte in cui un soggetto, per i mille e più svariati motivi per i quali finisce per non prendere sonno e agitarsi e molto, in tal seno, arriva a soffrire di insonnia, è sempre importante e necessario procedere per gradi per andare a capire quali tipi di problemi si stiano vivendo e, alla luce di questi, quali possibili soluzioni ci sono all’orizzonte.
Nel quadro generale e allo stato attuale delle cose quando si parla di insonnia si fa riferimento purtroppo ad un numero sempre più crescente di soggetti che ne finisce attanagliato.
Ci sono molti modi per finire tra le maglie della problematica della cosiddetta insonnia anche perchè, come ben sanno e dicono gli esperti, di insonnie ce ne sono tante, e ovviamente, di diverso livello.
Come fare a risolvere questo problema? E se, ad esempio, pur prendendo in riferimento il rimedio più efficace e, da molti, considerato come una sorta di non plus ultra per risolvere il problema, come è per esempio nel caso della assunzione si un sonnifero, che cosa accade però, tuttavia, quando magari il sonnifero non fa effetto?
Andiamo con gradi e analizziamo questo tipo particolare di problema.
Il sonnifero non fa effetto: perchè, analisi, valutazione, quadro clinico
Assicuriamoci in primo luogo di avere bene in mente il tipo di problema di cui ci stiamo occupando. Oggi quando si parla di insonnia si arriva a pensare solo o esclusivamente, o almeno quasi sempre, a quella condizione di incapacità oppure impossibilità di addormentarsi o di continuare stabilmente a dormire.
Ma non è solo e sempre esclusivamente così. Infatti
potremmo dover fare, con maggior correttezza, fare rifermento a quelle che vengono chiamate come patologie del disturbo del sonno che, seppure vengono sommariamente messe tutte insieme in un unico grande gruppone di tipi di insonnie, in verità vengono accomunate sì, ma sono differenti tra di loro.
Si parla di un disturbo della qualità del sonno se in poche parole il soggetto che ne è affetto finisce per avere dei problemi non tanto nel riuscire ad addormentarsi quanto a mantenere un ciclo regolare del sonno e a dormire bene, insomma, così da svegliarsi riposato. Al contrario il soggetto si sveglia, magari, diverse volte durante la notte ed è agitato e teso e stanco.
Si verificano poi disturbi
sulla quantità del sonno che fa riferimento proprio alla incapacità di dormire a sufficienza nel corso della notte. Si presuppone ormai che secondo studi sia vera la questione per la quale siano necessarie di media 8 ore di sonno possibilmente continuato, ma anche se è vero che esistono casi di persone che riescono a dormire bene anche solo per 5 ore di fila, altrettanto è vero che la insonnia di questo tipo impedisce anche di arrivare a questo minimo di tempo quantitativo continuato.
Accanto a questi problemi poi possiamo anche
distinguere tra una insonnia cronica se il soggetto in effetti la patisce un pò troppo continuativamente tanto da diventare di fatto fissa, oppure quella ciclica e quella transitoria che come dicono le stesse parole alla fin fine dei giochi si capisce come riguardino, nel primo caso, un complicato passaggio da una fase di sonno ordinario ad una seconda in cui è invece più agitato e disturbato. La fase di insonnia transitoria invece, per definizione tende a passare.
Per poter curare questi problemi, ovviamente, sono sempre consigliati degli importanti e necessari interventi medici.
Posologia, prescrizione medica, sonniferi e funzionamento
Dal punto di vista tecnico, pratico, clinico e soprattutto funzionale possiamo dire, anzi dobbiamo dire, che non si possono assumere farmaci per curare la insonnia, e dunque la insonnia, se non attraverso una adeguata prestazione medica.
Il medico a cui ci si rivolge quando si ha una problematica con il sonno deve prima di tutto procedere a fare una approfondita analisi del problema di quel paziente, dal momento che potrebbero esserci problemi di natura fisica o psicologica da dover affrontare, o rischi di interazione con eventuali altri farmaci con cui il paziente è alle prese.
Il medico in poche parole
deve porsi delle domande cruciali e determinanti come: che tipo di vita fa questo paziente? Com’è la sua dieta alimentare e quali sono le sue abitudini di vita? Che lavoro o studi fa? Come sono le sue condizioni di vita personale, familiare, sociale e professionale? Possono essere tante e praticamente infinite le ragioni per cui quel paziente in particolare finisce per essere soggetto alla problematica del sonno.
Una volta appurato, nel caso, che il paziente non riesce a risolvere da solo il problema e non bastano neppure delle terapie naturali, magari con erbe, tisane, prodotti naturali e, ovviamente, analizzata la doverosa necessità di valutare un supporto psicologico, si passa ai farmaci.
Farmaci e cure alternative
Ma quali sono i farmaci? I cosiddetti sonniferi per curare il sonno, alla fine dei conti, possono essere raggruppati in grosse branchie, e si distinguono dagli ansiolitici o dagli anti depressivi proprio perchè nel loro caso vanno ad incidere solo sui ricettori che nel sistema nervoso centrale sono adibiti alla produzione delle sostanze naturali che inducono il sonno.
Se non funzionano?
Oltre all’uso dei barbiturici e delle benzodiapezine o i Farmaci z, ci sono certamente tanti farmaci specifici che possiamo trattare. Ma a volte non bastano.
Se capitasse è il caso di eseguire una polisonnografia, un esame notturno che viene fatto nei centri di medicina del sonno così da rivelare in poche parole se l’insonnia è provocata da cause particolari che non rispondono ai sonniferi.
Una ulteriore soluzione è la strada che porta alla melatonina. Da questo punto di vista bisogna chiarire un aspetto: ovvero che più che un ipnotico, la melatonina è vista oggi una sostanza ipno-favorente che produce rilassamento generale e, di fatto , favorisce il riposo.
A dirlo sono tutti i principali medici oggi specialisti nel settore. Si tratta di una sostanza, in poche parole che è molto spesso indicata per chi soffre di sindrome da fase di sonno ritardata, cioè quelle persone che la sera non riescono mai a prendere sonno o per meglio dire non vorrebbero mai addormentarsi e che invece di giorno fanno fatica a dir poco a carburare.
Un altro dei casi in cui è necessario pensare a questo tipo di intervento è quello relativo al disturbo del sonno da jet–lag, che si soffre quando si ha a che fare di fatto con il nuovo orario e per chi appunto ha fatto uno o più rapidi spostamenti di fuso orario in poco tempo.
E ancora: si tratta di una pratica per chi soffre di disturbo comportamentale in sonno Rem e, mentre sogna, si agita molto. Queste persone sono coloro i quali si trovano di fatto a dover fare i conti con situazioni di forte stress magari accumulato e da questo punto di vista un mix tra posologia e percorso psicologico sarebbe molto indicato.