Ci troviamo in anni nei quali la continua e irrefrenabile ascesa dell’interconnessione, della frenesia e della ‘corsa’, come concetto portante di vita in tutti gli aspetti sociali, produttivi e anche individuali, produce tutta una serie di particolari effetti nocivi per il nostro equilibrio interno, o nei rapporti con l’esterno.
Finiamo, sempre molto più spesso, a patire una sorta di dilagante crescente ansia, uno stress psicologico e emotivo o di prestazione che influisce in modo negativo nel nostro stato psico fisico, alterando la nostra capacità di relazionarci e di porci in stretta correlazione con il mondo che ci circonda senza perdere saggezza e controllo.
Una delle principali problematiche che si collega a tutto ciò è la fin troppo nota e fin troppo temuta insonnia. L’insonnia o disturbo del sonno capita quando, come ben sappiamo non riusciamo ad addormentarci o a continuare con il nostro bel sonno rigeneratore, e passiamo magari una o più di una notte in bianco.
Come sappiamo è ormai particolare e diffuso nella società attuale il dilagare dell’insonnia in tutti gli strati sociali. Ecco perchè di pari pari passo è diffuso allo stesso tempo anche l’uso dei sonniferi per poter dormire tranquillamente.
Sonniferi: quali i fattori determinanti per la scelta
Ma passiamo ad una analisi più approfondita: sappiamo infatti che oggi i sonniferi sono particolari prodotti di natura farmaceutica che, grazie alla evoluzione della medicina e della ricerca del settore, sono sempre più sicuri e affidabili e in grado di risolvere il nostro particolare problema di insonnia in quasi la totalità dei casi e senza farci incorrere in particolari effetti collaterali.
Ma di per sè dobbiamo anche, nello stesso momento, sapere e renderci conto che
i sonniferi sono pur sempre delle sostanze psico attive che interagiscono in modo diretto all’interno del nostro sistema nervoso centrale in alcuni casi andando a corroborare e in altri in modo diretto a sostituire gli effetti, il lavoro e la stessa efficacia dei così detti recettori del sonno, che sono in poche parole i responsabili del nostro processo di addormentamento.
E’ chiaro che oggi in particolar modo vengono prescritti e venduti prodotti di assoluta sicurezza, ma sono pur sempre medicinali invasivi ed è per questo che dobbiamo renderci conto quando e come e per quanto usarli.
Dunque quali sono i fattori cruciali per la scelta dei sonniferi?
Bassa nocività, efficacia, nessuna interazione farmacologica
Bassa nocività, efficacia, nessuna interazione farmacologica: eccoli alcuni degli aspetti fondamentali e irrinunciabili da puntare prima di iniziare a somministrare un farmaco come il sonnifero. Partiamo da un dato emblematico e necessariamente portante da questo punto di vista:
il sonnifero di per sè non può essere scelto e comprato e poi assunto dal paziente X qualsiasi senza alcun problema o ricetta. Al contrario, come tutte le sostanze psico attive, come gli ansiolitici o gli antidolorifici o gli psicofarmaci, il sonnifero va prescritto rigorosamente da un medico e in questo senso è lo specialista che fa tutta la corretta e doverosa analisi dei pro e dei contro dell’uso del sonnifero per quel soggetto X.
Dobbiamo infatti dire che in verità ogni singolo paziente, come si evince con chiarezza, è un mondo a parte, e sebbene esista una sorta di modus operandi per la identificazione dei punti chiave attorno a cui costruire la scelta dei sonniferi migliori in un secondo momento subentra la soggettività da questo punto di vista.
Ma tornando appunto agli aspetti principali, possiamo dire che, come anticipato
Bassa nocività, efficacia, nessuna interazione farmacologica sono i tre architrave che orientano la scelta. Quanto alla bassa nocività il concetto è semplice: oggi per fortuna i principali sonniferi sono concepiti in laboratorio per poter disporre del grado più basso, se non pari a zero, di tossicità e di rischi di produzione di effetti collaterali. Di conseguenza una gran fetta maggiore di utenti e pazienti possono essere indirizzati verso la cura di tipo farmacologico.
Dal punto di vista pratico poi la stessa efficacia non può non essere vista come la lettera A dell’alfabeto che orienta la scelta del miglior sonnifero. Anche perchè altrimenti per quale ragione prescriverlo?
E’ stato visto ad esempio che in termini di efficacia e di atossicità i cosiddetti farmaci sonnifero a base di benzodiazepine specialmente se a basso dosaggio hanno riscontrato un successo quasi epocale in una larghissima fetta di pazienti. La sicurezza e il superamento dei problemi di insonnia ha reso questi sonniferi tra i più scelti sul mercato del settore, e ha spinto molti medici a tirare via antiche remore.
Anche la stessa efficacia in tempi rapidi ha favorito la loro diffusione dal momento che più velocemente il farmaco fa effetto in termini di superamento della insonnia e meno tempo il paziente dovrà assumerlo.
Questo, di conseguenza, allunga anche la fiducia e i dati in merito alla bassa rischiosità di interazione con altri farmaci, di cui parlavamo. E di conseguenza la paura di andare incontro a degli effetti collaterali.
Effetti collaterali, consigli del medico, anamnesi
Dobbiamo però essere chiari: non esistono farmaci a rischio zero e men che meno tra i sonniferi. Dal punto di vista pratico anzi dobbiamo dire che per quanto ci sia stato un netto miglioramento da questo punto di vista, basti pensare alla evoluzione tra i barbiturici alle benzodiazepine e ai farmaci Z, pur tuttavia non siamo certo di fronte ad una assenza di rischi.
I vari effetti collaterali, che possiamo leggere in modo chiaro nel ‘bugiardino’ e cioè il foglietto illustrativo, sono spiegati in modo evidente perchè è di base evidente che possa capitare. Essendo farmaci invasivi, il paziente deve essere informato dal medico circa questo aspetto, così come anche sulla tempistica di efficacia, di uso e di progressiva eliminazione.
Dobbiamo infatti dire con chiarezza che il medico deve o almeno dovrebbe in una fase iniziale procedere con una particolare analisi specifica del quadro clinico del paziente, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Siccome infatti le motivazioni possono essere milioni e praticamente infinite e la insonnia può sorgere dunque da tutto, è bene che il medico almeno conosca in modo piuttosto approfondito quella persona sul piano delle sue abitudini di vita o alimentari e sul percorso esistenziale, vale a dire provando a comprendere se ci sono e quali sono eventualmente i problemi di carattere psicologico o emotivo o sociale da cui forse questa insonnia deriva.
Ancora di più ovvio poi questa particolare situazione di analisi deve riguardare la sfera clinica e fisica. A che cosa stiamo facendo riferimento?
In particolare al fatto che il medico specie poi se si tratta del medico di base, deve ben conoscere a menadito, o almeno averle in archivio, tutte le informazioni relative alle eventuali patologie o situazioni di problema fisico da parte del paziente.
Se e quali medicinali o farmaci quel paziente assume, e per quali patologie e da quando, e se e in che modo questi medicinali possono generare una interazione pericolosa con i sonniferi. Solo chi conosce il quadro clinico del paziente può assumersi il ‘rischio’ calcolato, se così possiamo definirlo, di somministrare un sonnifero.
Del resto poi entra in gioco anche il fattore della posologia e dei tempi della terapia.
Diciamolo chiaro e forte e tondo: non si possono certo assumere sonniferi a vita e nè per lunghi periodi dal momento che la loro capacità di interazione potrebbe in modo irrimediabile compromettere la nostra capacità successiva di auto regolamentare i cicli del sonno oltre che la nostra psiche nel complesso.
Ecco perchè la posologia conta, come conta anche la tempistica e la chiarezza sulla progressiva diminuzione dell’effetto e della cura.