Allo stato attuale delle cose, alla luce della grande esplosione di tutto un ‘mercato’ (anche se non sarebbe proprio del tutto opportuno chiamarlo così è pur sempre un mercato molto florido da questo punto di vista) come quello dei medicinali e dei farmaci prescritti e messi in vendita per curare i disturbi del sonno e della ansia, possiamo ben dire che ci si trova di fronte ad un boom che, almeno fino a una o due generazioni fa, era impensabile.
Ben intesi: stiamo parlando di sonniferi certo, vale a dire i farmaci usati legalmente per il trattamento di casi di insonnia, disturbo del sonno o anche di problemi di stress e di ansia legato a questo. E, di fatto, dunque, è bene ribadirlo subito, di prodotti che nel mercato della farmaceutica non solo hanno il loro encomiabile perchè e sono legali, ma vengono indicati e prescritti in modo assolutamente regolare e non vi è nulla che non vada, in tutto questo.
Allora perchè dovremmo stupirci di fronte alla loro diffusione?
Il fatto è che non ci si stupisce. Si analizza, semmai, la loro esplosione sul fronte della commercializzazione e degli utilizzi, constatando quanto in effetti le cose siano cambiate in pochi anni.
Come sono cambiate le abitudini dei pazienti coi sonniferi
Vi era infatti un tempo in cui, nemmeno troppo lontano negli anni, i sonniferi venivano guardati in cagnesco. Alle classiche domande tipo ‘serve davvero?”, o ancora ‘chissà cosa vi si trova dentro’ o ancora “chissà quali sono gli effetti collaterali“, in effetti si accompagnava tutto un uso prolifico che, però, spesso sfociava nell’abuso frutto della mancata o errata conoscenza degli eccipienti, delle conseguenze, e anche sugli errati percorsi di prescrizione.
I farmaci per curare il sonno spesso, nel passato, specie in alcuni constesti, venivano usati provando a scavalcare i limiti della legalità e così si era diffusa tutta una linea di pensiero per la quale, o in virtù della quale, nel vasto immaginario collettivo il sonnifero veniva associato a cose sbagliate, idee sbagliate.
Il sonnifero non è droga, se usato correttamente. E non si tratta di farmaci pericolosi, sempre se usati correttamente. Non servono a sballarsi, non sono merce da contrabbando, mercati clandestini, gruppi sociali tendenti alla ribellione o alla perversione.
Semplicemente, i sonniferi sono farmaci usati per il trattamento dell’insonnia.
Trasformazioni sociali, conoscenza e uso corretto dei sonniferi
E la vera differenza, nel vasto ambito degli usi dei sonniferi la hanno fatta, come sempre succede, le trasformazioni nelle abitudini sociali e nelle conoscenze dei singoli soggetti, oltre ad una netta esplosione del settore della ricerca che ha ridotto in modo evidente e esorbitante lo sviluppo di effetti collaterali.
Anche la miglior capacità di elaborare diagnosi corrette e meno invasive dei medici e degli specialisti divenuti sempre pi esperti del ramo e consapevoli e coscienziosi circa i rischi degli abusi, ha fatto la differenza.
Ecco che dunque oggi ci si trova di fronte ad un vero boom in positivo. Perchè, n effetti, i sonniferi sono davvero importanti quando prescritti con cognizione di causa per la cura dei disturbi di tante persone.
Uso dei sonniferi: condizioni e necessità
L’insonnia è un problema, o per meglio dire un disturbo del sonno fondato da una difficoltà di addormentamento, che può essere più o meno evidente, duratura, estemporanea o cronica.
Si contraddistingue da una mancanza di sonno, sia dal punto di vista quantitativo che della qualità in sè.
Le ragioni da cui può dipendere l’insorgere di un qualche problema relativo all’insonnia possono essere davvero molte.
Fra queste possiamo citare le più note, come
- lo stress,
- l’ansia da prestazione
- difficoltà relazionali
- problemi sul lavoro
- l’assunzione di alcuni tipi di farmaci,
- la presenza di disturbi psichiatrici
- la sussistenza di altre patologie
Il proverbiale uso dei sonniferi per il percorso di cura dell’insonnia passa da un profondo e precedente e radicato processo di analisi della situazione soggettiva del paziente.
In poche parole
prima ancora di andare a prescrivere il medicinale, il medico deve conoscere a fondo tutto il quadro clinico in cui versa il paziente, vale a dire se assume altri farmaci e se sè quali e per cosa, se ha mai avuto altri tipi di disturbi e quale sia in effetti nel concreto lo stile di vita, quali le sue abitudini, e analizzare se possibile a priori e a monte quelle che possono essere le cause scatenanti del problema.
Solo dopo aver analizzato a fondo il paziente e la sua situazione attuale si può valutare un percorso che può portare agli usi di farmaci e sonniferi naturali oppure direttamente dei sonniferi classici e ben definiti. Accanto poi al percorso relativo alla posologia, ai tempi di uso e alla prescrizione limitata del farmaco è necessario, spesso, ipotizzare e in alcuni casi invogliare la scelta di un percorso terapeutico di natura psicologica per poter andare a scavare nella psiche del soggetto per capire se la situazione di insonnia, sia se occasionale e sia se cronica, possa dipendere da qualcosa di radicato.
Alla luce di questo si desume dunque che
il medico andrà a prescrivere il farmaco solo ed esclusivamente nel momento in cui questo problema di insonnia o magari di ansia si sia fatto tanto invalidante per il paziente da rendergli la vita difficile. Sappiamo quando sia importante e determinante il sonno, sia per la salute delle persona che per quanto riguarda la sua produttività per la incolumità del soggetto e degli altri e anche per le sue interazioni sociali.
Una persona che non dorme non è semplicemente più stanca o irritata ma anche più soggetta ad andare incontro a tutta una serie di problemi e difficoltà.
Nello specifico, infatti, la mancanza cronica di sonno è in grado di produrre effetti negativi sulla vita diurna dell’individuo.
Tipi di sonniferi in uso oggi
Vi sono alcune principali categorie di sonniferi usate in terapia: ad oggi, il termine “sonniferi” non è molto amato dai più, in quanto si sceglie di definire questi farmaci in maniera più dettagliata come “sedativi-ipnotici”.
Il primo gruppone è quello dei
Barbiturici. I barbiturici sono stati fra i primi farmaci a essere usati per combattere i disturbi del sonno.
Oltre a essere scelti come sonniferi, i barbiturici sono anche provvisti di attività ansiolitiche, anti convulsivanti ed anestetiche.
In verità, allo stato attuale delle cose, i barbiturici sono principi attivi piuttosto sorpassati in molti casi, per il trattamento dell’insonnia; per questo, il loro uso come sonniferi si è molto parziale, a favore di altri farmaci più netti nella loro funzione. Nel particolare del resto, questi farmaci presentano un valore terapeutico piuttosto basso e sono anche dotati di una certa tossicità.
Il loro impiego è ad oggi del resto abbastanza limitato al campo anestetico e per quanto concerne il trattamento dei disturbi convulsivo o come anti convulsivante nella terapia dell’epilessia.
I barbiturici sono in grado di
esercitare la loro azione di sonniferi tramite l’interazione con il recettore GABA che è un recettore che, in seguito all’interazione le cellule nervose genera una azione invasiva sul sistema nervoso centrale (SNC), agendo per appunto proprio sul GABA che è di fatto il principale neuro trasmettitore inibitorio presente nell’organismo.
Effetti collaterali possibili sono :
- Confusione, in particolare nei pazienti più anziani;
- Depressione respiratoria;
- Eccessiva sedazione;
- Diminuzione della contrattilità del muscolo cardiaco;
- Atassia;
- Nistagmo;
- Turbe della coscienza che possono portare perfino al coma;
- Tolleranza e dipendenza (sia fisica che psichica).
Benzodiazepine: la nuova era dei sonniferi
Le benzodiazepine (o BZD) sono considerare invece oggi tra i principali farmaci sonniferi usati nel trattamento dell‘insonnia a breve termine, ma non appena per questo.
Infatti, così come detto per i barbiturici, anche le benzodiazepine sono dotate di proprietà ansiolitiche, anti convulsivanti e perfino mio rilassanti.
Si tratta in molti casi di farmaci che agiscono profondamente anche su stati di ansia molto accentuata.
Stando al loro meccanismo d’azione
le benzodiazepine realizzano la loro attività di sonniferi tramite un meccanismo d’azione molto paritario a quello esercitato dai barbiturici.
Infatti, pure le benzodiazepine hanno una relazione determinante sui recettori GABA: in poche parole le benzodiazepine producono il sonno tramite l’aumento della trasmissione GABA a livello centrale.
Si possono avere degli effetti collaterali:
Malgrado, a differenza dei barbiturici, le benzodiazepine sono viste come dei sonniferi sicuri, avendo una bassa tossicità, ci possono comunque essere effetti indesiderati come:
- ansia,
- agitazione,
- irrequietezza,
- deliri,
- aggressività,
- psicosi;
- Depressione;
- Amnesia anterograda;
- Eccessiva sedazione;
- Sonnolenza diurna;
- Atassia;
- Dipendenza fisica e psichica;
- Tolleranza.
Alla luce di tutte queste indicazioni e dei principali rischi insiti negli usi dei sonniferi di cui sopra, è sempre doveroso ricordare che oltre alla prescrizione del medico, è necessario un uso coscienzioso del paziente.