Quando si parla di sonniferi, al giorno di oggi, ci si interroga ancora, ma per fortuna ormai molto di meno, circa le effettive necessità, le eventuali e problematiche sussistenze dei così detti effetti collaterali e delle differenze di tipologia, posologia e tempistiche della cura stessa. La stessa e identica cosa avviene sul tipo di prodotto farmacologico assumere: quale, e di che tipo?
Sappiamo che nella stra grande maggioranza i tipi di sonniferi con cui abbiamo a che fare sul fronte del mercato della farmacia a fronte dell’enorme sviluppo del settore della ricerca e delle analisi scientifiche del settore, ci propongono delle soluzioni molto ampie e variegate ma tutto sommato, pur nella enormità delle proposte diverse tra di loro, di due grosse tipologie di branchie standard: a gocce e a compresse.
La sottile ma determinante differenza evidente (le gocce vanno semplicemente assunte, le compresse possono essere ingoiate con acqua o in alcuni casi anche sciolte nei liquidi), non implica grosse differenze in realtà in quando ad efficacia e nei termini della risoluzione della problematica.
Ma andiamo con ordine nel voler vederci un pò più chiaro al riguardo.
Insonnia, sonniferi, compresse: di che cosa stiamo parlando
E’ indubbio che quando si parla di sonniferi il primo chiaro e facile (fin troppo) ragionamento di associazione di pensiero porta a pensare ad ansia, stress e insonnia. E’ anzi, a dire il vero, proprio la stessa insonnia la classica tipologia generale di problematica a cui i sonniferi stessi sono riferiti, per cui sono pensati, studiati e prodotti.
Quando si parla di insonnia
si fa in modo chiaro e logico riferimento non solo alla più generalizzata situazione di insonnia come la conosciamo noi, ovvero sia la impossibilità o incapacità di addormentarsi. In fatti in linea generale potremmo dire che quando si parla di insonnia non si fa riferimento solo ad una unica ed esclusiva problematica del sonno ma a tutta quella ampia gamma e branchia delle cosiddette problematiche del sonno o altrimenti dette e definite come disturbi del sonno.
Nello specifico quando si fa riferimento ai disturbi del sonno
si tende a considerare tutti quei casi in cui un soggetto, in modo del tutto indipendente da sesso, età, estrazione sociale e lavoro o condizioni di vita, si trovi nella condizione di essere definito un paziente perché soffre di situazioni di disfunzione del sonno nel suo ciclo regolare in diversi modi.
- a livello qualitativo: se ad esempio si trova a svegliarsi più volte durante la notte e il suo sonno è disturbato, infastidito, e alla fine al risveglio ci si sente più stanchi e nervosi di prima di andare a coricarsi:
- a livello quantitativo: se invece il soggetto in questione soffre di un disturbo del sonno che ne inficia la quantità necessaria a che il corpo si rigeneri, a che le ore di sonno siano sufficienti a far risvegliare quella persona secondo una regolarità di cicli di sonno. E’ appurato che dormire una media di 6-8 ore è una condizione di quantità di ore adeguata nella media dei casi.
- a livello cronico: in questi casi il paziente non riesce a dormire, né magari ad addormentarsi o il suo sonno è disturbato e questa cosa capita ormai da così tanto tempo da diventare abitudinaria, potremmo dire quotidiana
- transitorio: il soggetto in questione si trova a non riuscire a prendere sonno o a dormire poco e – o male ma appena per un breve periodo di tempo, dopo il quale, in effetti, i cicli di sonno e veglia tornano regolari.
- ciclico: in poche parole è una sorta di condizione nella quale il paziente, per mille e più motivi, per lo più facente riferimento alle questioni soggettive, diverse caso per caso, non riesce a dormire né a farlo in modo regolare o qualitativamente ottimale per un periodo di tempo quasi regolare, ciclico per appunto, per poi tornare a riuscire a farlo, per poi tornare a non dormire e a soffrire di nuovo, una seconda volta, di insonnia.
Disturbi del sonno, insonnia, compresse di sonnifero
Il sonnifero è sempre più un ottimale compagno di soluzione della problematica da cui discende la cosiddetta insonnia o il particolare disturbo del sonno, e anzi potremmo dire che è lo strumento che vuol fungere, e per lo più nella maggior parte dei casi ci riesce, da chiavistello per scoprire, scoperchiare e fare emergere la problematica che si nasconde dietro la cosi definita insonnia.
Le compresse che possono essere assunte sono diverse e di differente tipologia e posologia:
- barbiturici,
- le benzodiazepine
- i farmaci Z
- gli ansiolitici
- gli antidepressivi
E’ a dir poco chiaro che stiamo parlando, ponendo così in elenco tutta una serie di grosse categorie di medicinali e farmaci, di prodotti per la cura di problematiche molto diverse tra loro e che rappresentano una sorta di set operativo e clinico che vengono accomunati solo ed esclusivamente in quanto farmaci curativi di problematiche di ansia, stress e insonnia o disturbi del sonno ma che, ovvio, vengono prescritti e usati in modo del tutto diverso e in condizioni del tutto diverse e differenti da caso a caso.
Differenze tra compresse: a cosa serve il sonnifero, a cosa l’ansiolitico e l’antidepressivo
La tendenza oggi ad accomunare, a livello esplicativo e non accademico, una certa categoria di prodotti medici e farmaceutici dunque non implica che questi possano e debbano essere usati in modo identico come dire, estraendo a sorte. Anzi.
In primo luogo infatti potremmo dire che
come tutti riescono a comprendere anche solo analizzando il significato testuale dei loro nomi l’antidepressivo e l’ansiolitico sono molto differenti da un sonnifero in compresse prescritto per dormire, perchè il primo ed il secondo andrebbero – e in effetti vanno – prescritti per casi molto più profondi, e se vogliamo gravi, di problematiche psicologiche, sociali e fisiche rispetto alla condizione del non dormire.
Potremmo dire che non dormire potrebbe essere una conseguenze delle situazioni di ansia, depressione e stress che uno soggetto può patire per un periodo di tempo breve e o duraturo, e che dunque un anti depressivo o una compressa di ansiolitico potrebbe risolvere anche la problematica della insonnia.
Ma non è sempre così a spesso, essendo farmaci molto più ‘forti’, se ci passate il termine, i primi due non sono utili nelle condizioni di insonnia standard. Ecco perchè spetta sempre al medico stabilire il da farsi.