Ci sono diverse branchie mediche, e di conseguenza diversi ambiti di cura e terapia, rispetto ai quali, nonostante un certo livello di diffidenza relativo al passato, più o meno recente, la cura farmacologica e l’uso di particolari medicinali non solo è consigliato, ma necessario e fortemente incoraggiato da specialisti del settore.
In particolare, una delle situazioni nelle quali possiamo finire per trovarci nella posizione di una necessaria terapia a base di farmaci è quella relativa a disturbi come lo stress, l’ansia, la depressione, e infine l’insonnia.
Siamo, come si evince, all’interno di una particolare area della medicina e della psiche umana, rispetto alla quale ogni valutazione profonda e ogni analisi approfondita è di per sè sempre necessaria. Si sta parlando di disturbi delicati che possono essere invasivi e stravolgere l’intera esistenza di una persona, laddove si manifestano con particolare virulenza.
In questo senso, dopo aver fatto le necessarie e ampie valutazioni del caso, la cosa principale da fare è fidarsi del medico e, nel caso in cui costui lo reputi utile e addirittura impellente, passare ad assumere dei farmaci che in questo caso chiamiamo sonniferi.
Sonniferi e insonnia, quando usarli
Tutti noi, chi più chi meno, sappiamo cosa sono i sonniferi. Tutti noi, chi più e chi meno, abbiamo sofferto di una qualche forma di insonnia, fosse anche se altamente sporadica, o per appena una notte, o due, o giù di lì.
Ma che cosa è nel complesso l’insonnia e come scatta?
Sappiamo molto bene che anche la fase dell’addormentamento, come tutto il resto della complessa ma perfetta macchina del corpo umano, ha una radice di controllo e gestione all’interno del sistema nervoso centrale. In condizioni di normalità il nostro corpo riceve in modo costante dal nostro cervello delle segnalazioni per poter rendersi conto di quando subentra la stanchezza, il sonno e quella fase di progressiva perdita di coscienza e di relax che contraddistingue le prime fasi del sonno.
Sappiamo anche allo stesso tempo che
il nostro sonno è gestito ed indotto da alcuni recettori come i DABA che producono e generano una progressiva naturale sensazione di rilassatezza che ci conduce nella fase iniziale del sonno a cui ne seguono altre fino a quella, profonda, REM, nella quale il corpo si mette come in stand by, rigenerandosi in una stasi nella quale continua a funzionare ma, come sappiamo, a basso regime per permetterci il riposo.
E’ quando questo processo naturale non va a buon fine e noi non riusciamo a prendere sonno che si inizia a parlare di insonnia. Ma quand’è che vanno presi i farmaci?
Analisi dei casi in cui servono i farmaci
Se passate una o due notti senza dormire, o con sonno infastidito, disturbato o interrotto, certo il primo pensiero non è quello di assumere farmaci. Il punto infatti è individuare
le situazioni in cui la cosiddetta insonnia, o un qualche altro disturbo del sonno ad essa legato, sia così costante e invasivo e in qualche modo compromettente sul piano del nostro equilibrio sia fisico che psichico, tanto da non permetterci di poter condurre una vita quotidiana ordinaria, stabile e uguale a quella a cui siamo abituati.
La prima cosa da fare quando ci rendiamo conto che la nostra insonnia dura da troppo tempo è quella di andare dal medico.
Di norma è corretto rivolgersi al nostro medico di base, anzi è forse la migliore delle prassi come approccio di inizio di un percorso volto alla risoluzione del nostro problema con la insonnia.
Da questo punto di vista infatti, nessuno più del nostro medico di base può avere in tempi rapidi la facilità di raccogliere tutte le informazioni e stilare un quadro completo del nostro stato di salute in linea di principio.
Il ruolo del medico di base
Questo perchè nessuno più del medico di base conosce la nostra attuale situazione clinica: è lui che ci prescrive le analisi in tempi regolari, lui conosce se e quali patologie abbiamo, e di quali disturbi eventualmente soffriamo, e quali sono medicinali che nel caso stiamo già assumendo.
Insomma
il medico di base conosce tutte le nostre informazioni mediche e farmacologiche di maggiore urgenza, che sono poi quelle più utili nel comprendere eventualmente quale possa essere il sonnifero da prescrivere optando per uno che, ovvio, non vada ad inficiare il lavoro degli altri farmaci e nemmeno a generare effetti collaterali o ingerenze con gli stessi.
Nello stesso tempo, poi, è chiaro di di base il medico a cui siamo soliti rivolgersi dovrebbe, almeno in linea generale, conoscere anche le nostre principali abitudini di vita.
E’ corretto dire che anche con uno specialista potremmo ovviare a questi aspetti, raccontando le nostre abitudini e presentandoci con le prescrizioni mediche che già assumiamo: ma il medico di base queste informazioni ce le ha già, e per di più con lui c’è, o almeno dovrebbe esserci, un rapporto di conoscenza e di fiducia instaurato nel tempo, tramite il quale poter, anche, in tempi rapidissimi, provare a centrare il punto.
Qual è questo punto?
Provare a capire la origine del fastidio, del disturbo e cercare di cogliere i segnali da cui questa insonnia ha avuto o possa aver avuto i suoi natali.
Motivi scatenanti e cura con sonniferi
Proprio i motivi scatenanti e la ruvidezza del tipo di insonnia di cui possiamo soffrire diventano gli elementi principali che possono indurre lo specialista ad andare a somministrare e prescrivere un sonnifero.
Molto spesso la insonnia nasce come diretta conseguenza di situazioni di stress ed ansia e questi disturbi tra loro si scatenano in modo incatenato: di norma, una buona fetta di pazienti dimostra come queste problematiche abbiano più una origine psicologica che non prettamente fisica e fisiologica.
E’ altresì vero che in molti casi, specialmente nei pazienti in là con gli anni, gli acciacchi e la presenza di un considerevole numero di disturbi e fastidi fisici o di vere e proprie patologie hanno una forte incidenza nel sopraggiungere di situazioni di crescente insonnia.
Ma più in generale
sono i soggetti che, già di per sè per questioni caratteriali, sociali, genetiche o professionali hanno la tendenza a soffrire di ansia e stress quelli più soggetti a insonnia. In questo caso, i farmaci risultano necessari e la cura va fatta secondo precise indicazioni mediche. Bisogna seguire al massimo la indicazione sulla posologia e sulla tempistica per ridurre, gradualmente, l’uso dei farmaci.