Quando si parla di farmaci sonniferi chiaramente, come dice la stessa parola, si fa riferimento a tutta quella vasta gamma di prodotti farmacologici che vengono prodotti per la cura dei disturbi del sonno.
I sonniferi pertanto sono tutti quei farmaci impiegati per il trattamento dell’insonnia, al di là del tipo di insonnia si stia soffrendo e della necessità di intervento.
In questo senso, infatti, ogni farmaco ha una sua efficacia differente a seconda del tipo di problematica contro cui va a lottare. Possiamo infatti distinguere una folta schiera di problemi del sonno, che possono essere transitori oppure cronici e possono finire per andare a interagire, nel senso negativo del termine, con altre problematiche della persona, come lo stress o l’ansia e finire per contagiarsi a vicenda.
Cosa è la insonnia e come si cura
L’insonnia è un disturbo del sonno basato da una difficoltà relativa all’addormentarsi, che può essere più o meno evidente, come detto, e da una mancanza di sonno, sia dal punto di vista della qualità del tipo di sonno che viene fatto, sia come quantità di ore dormite.
Ma come sorge questo problema?
Le cause dell’insonnia possono essere davvero molte e come accennato poco prima, non è detto che non possano essere generate da altre problematiche previe o che, nello stesso momento, producono un tipo di azione-reazione contagiandosi in modo reciproco. Dunque ognuna delle situazioni di stress, problemi personali, strutturali a livello economico o anche affettivi e familiari possono incidere.
Del resto anche la normale assunzione di alcuni particolari tipologie di farmaci, può incidere, così come del resto la presenza di disturbi psichiatrici o di altre patologie, o di disturbi fisici, per dirne delle altre, ad esempio.
Di conseguenza possiamo dire senza dubbio che
il ricorrere ai sonniferi per il trattamento dell’insonnia è una pratica ormai divenuta abbastanza comune ma a due principali condizioni. La prima fa riferimento al fatto che solo un medico e comunque sia uno specialista può prescriverli, e non prima aver provveduto a realizzare un quadro clinico del paziente comprensivo di tutte le sfumature.
Il secondo aspetto fa riferimento invece alla situazione per cui questa problematica di insonnia finisce per divenire invalidante per il paziente, nel momento in cui ovvero sia il soggetto si accorge che dormire poco o male lo condiziona troppo, e ovvio in peggio, nella sua vita quotidiana.
E’ del resto anche fin troppo chiaro e noto come la mancanza cronica di sonno sia in grado di produrre degli effetti negativi anche sulla vita diurna dell’individuo.
Di conseguenza, le principali classi di sonniferi usate in terapia saranno sempre scelte sulla base di una profonda valutazione dello stato di salute generale del paziente.
Il medico deve conoscere le abitudini del singolo paziente: se assume – e quali – medicinali e se questi possono creare una interazione negativa con il farmaco sonnifero, e quali sono le sue abitudini di vita, quelle alimentari e in generale lo stile di vita. Se si tratta di un paziente abituato ad esempio a mangiare in orari troppo notturni, o a fumare bere o assumere altre sostanze, è chiaro che le problematiche possono aumentare.
Di pari passo il medico deve poter valutare se è il caso o meno di procedere ad una qualche terapia alternativa agli usi, legittimi ovviamente, dei farmaci sonniferi, e magari puntare a dei sonniferi naturali o, nello stesso tempo, se sia necessaria, o in alcuni casi doverosa, la procedura di un accompagnamento psicologico e psichiatrico nei riguardi di quei soggetti nei quali la difficoltà a dormire sia, in effetti, dovuta ad altre patologie più profonde.
Differenze tra farmaci sonniferi
Vi è tutta una serie di distinzioni che possiamo fare nel campo dei sonniferi e questi farmaci in maniera più dettagliata possono essere definiti come “sedativi-ipnotici”.
In particolare possiamo partire dai barbiturici.
I barbiturici sono stati fra i primi farmaci a essere scelti per contrastare i disturbi del sonno. Ma adesso questa loro utilizzazione è abbastanza scemata. Oltre a essere pensati per un uso come farmaci sonniferi, i barbiturici sono anche provvisti di qualità ansiolitiche, anti convulsivanti ed anestetiche.
In particolare oggi come detto i barbiturici sono visti come superati per il trattamento dell’insonnia dal momento che pare ci siano molti farmaci più sicuri e nello stesso tempo con un minore impatto e grado di tossicità.
Ad ogni modo, quanto al meccanismo d’azione questi medicinali hanno una azione tipica come tutti i farmaci sonniferi. I barbiturici sono in grado di esercitare la loro azione di sonniferi tramite l’interazione con il recettore GABA.
Si tratta di un recettore che, realizza una azione depressiva sul sistema nervoso centrale interagendo con il GABA il principale neuro trasmettitore inibitorio del nostro organismo, attraverso un aumento dei livelli così da produrre una induzione del sonno.
Una rapida occhiata anche agli effetti collaterali dei barbiturici, che possono causare:
Confusione, in particolare nei pazienti più anziani;
Depressione respiratoria;
Eccessiva sedazione;
Diminuzione della contrattilità del muscolo cardiaco;
Atassia;
Nistagmo;
Turbe della coscienza che possono portare perfino al coma;
Tolleranza e dipendenza (sia fisica che psichica).
La categoria delle Benzodiazepine
Pure se realizzano la stessa particolare azione dei barbiturici, le benzodiazepine (o BZD) possono essere indicate oggi come i principali farmaci sonniferi scelti per un percorso dli trattamento dell’insonnia a breve termine, ma anche per diverse altre problematiche.
Da questo punto di vista, infatti
così come per i barbiturici, anche le benzodiazepine sono provviste di proprietà ansiolitiche, anti convulsivanti e perfino mio rilassanti.
Fra le categorie di farmaci a base benzodiazepine a essere usate come sonniferi, ricordiamo il diazepam e il lorazepam ma anche il flurazepam e il bromazepam.
Come agiscono questi farmaci sonniferi?
Il loro meccanismo d’azione fa delle benzodiazepine dei medicinali abbastanza sicuri in linea generale. Dal punto di vista del tipo di intervento, esse realizzano la loro attività di sonniferi tramite un meccanismo d’azione molto identico a quello esercitato dai barbiturici.
In effetti, anche le benzodiazepine possiedono un tipo di capacità come quello di entrare in legame con i recettori GABA. Tramite il loro intervento, le benzodiazepine inducono il sonno tramite l’aumento della trasmissione GABAergica a livello centrale.
Anche in questo caso in effetti si va incontro a degli effetti collaterali:
A differenza dei barbiturici, le benzodiazepine sono viste in linea generale come dei sonniferi per lo più sicuri. Infatti, hanno un valore terapeutico veramente elevato che si sposa ad una bassa tossicità.
In ogni modo, anche questi farmaci sonniferi possono provocare effetti avversi. Fra questi, ricordiamo:
Sintomi paradosso;
Depressione;
Amnesia anterograda;
Eccessiva sedazione;
Sonnolenza diurna;
Atassia;
Dipendenza fisica e psichica;
Tolleranza.