Al giorno di oggi un numero sempre più ampio di persone, in tutto il mondo, per via di ritmi di vita e di lavoro ma anche di interazione sociale, è sottoposto ad un crescente numero di condizioni di stress e di ansia.
Non si parla solo o non appena soltanto di stress da traumi o da situazioni psichiche o fisiche tali da aver scatenato un disturbo nella persona, ma di tutte quelle forme di ansia, come l’ansia sul lavoro o l’ansia da prestazione, l’ansia relazionale o quelle relative alle incertezze verso il futuro che, di fatto, non solo scatenano nella persona un crescente e fastidioso disagio emotivo ma anche delle conseguenze piuttosto invadenti.
Tra queste, una delle più note è l’insonnia.
Insonnia: cos’è, come curarla, come assumere un sonnifero
Diciamoci la verità: quanti di noi non hanno almeno una volta nella vita, passato una notte in bianco? Quanti di noi hanno riscontrato di avere problemi di insonnia per dieci o quindici volte? E ancora, quanti di noi si sono resi conto di aver problemi nell’addormentarsi oppure, dopo averlo fatto, si svegliano di continuo, vivendo così una notte agitata e dal sonno spezzettato, con la conseguenza nociva di rialzarsi al mattino più stanchi di come ci si sia coricati per dormire?
Ecco cosa è di fatto l’insonnia. Accomunando tutta una lunga serie di disturbi del sonno in un unico concetto, la famosa insonnia dunque riempie le notti di milioni di persone in tutto il mondo andando ad inficiare il naturale equilibrio tra veglia e sonno e i rapporti sociali e la vita stessa di chi la patisce.
Ma che cosa bisogna fare quando si soffre di insonnia? In primo luogo
il primo aspetto è capire se si tratti di un fenomeno passeggero e se si sia comunque in grado di gestirlo, contenerlo e risolverlo. Molte persone ricorrono a delle sorta di training autogeno, un modo come un altro per auto convincersi che il sonno arriverà, e per carità, può funzionare.
Sono tante le persone che puntando sulla propria forza caratteriale, o su un auto convincimento e sulla maturità del proprio auto controllo riescono a ripristinare il regolare meccanismo che governa il percorso dell’addormentamento tramite i recettori del sonno nel sistema nervoso centrale.
Ma per tutti gli altri? Cosa si può fare?
Quando il problema della insonnia si fa troppo invasivo, debilitante e soprattutto costante, è nostro dovere ricorrere ad un medico. Da questo punto di vista infatti potremmo ben dire che un esperto della medicina, fosse anche il medico di base oppure uno specialista o un terapeuta o uno psico terapeuta, hanno gli strumenti per inquadrare il problema.
Talvolta infatti il nostro problema con la insonnia è di natura fisica e patologica, e abbiamo alcune problematiche di salute da cui dipende la nostra mancanza di sonno. In altri casi il disturbo ha invece una radice psicologica, per un qualche fattore, interno o esterno, che condiziona le nostri notti.
Le nostre notti in bianco possono dipendere da una moltitudine di ansia e stress e fattori vari che derivano ad esempio dalla sfera lavorativa, o affettiva e relazionale, dalla vita di coppia o dal rapporto genitori e figli o con gli amici, o ad alcuni fattori psicologici più profondi che attengono alla soggettività del paziente stesso.
Insomma, la situazione da cui può derivare l’insonnia può essere una tra migliaia, ed è dovere del medico indagare. Ma cosa deve fare il medico?
Quando e come deve essere assunto un sonnifero
Diciamocela tutta: oggi ci sono medici che tendono a prescrivere i sonniferi con leggerezza, ma questo è un errore, perchè in primo luogo, andrebbe sempre tentato un percorso più ampio. Dunque quando è che si deve assumere un sonnifero e qual è la modalità per farlo? Come si assume?
La risposta è abbastanza univoca:
in presenza di una acclarata situazione di insonnia particolarmente invasiva su quella che è la psiche e la normale situazione fisica del paziente, ed inoltre di una insonnia che non sia passeggera ma particolarmente costante, cronica o ciclica, e in condizioni in cui, eventualmente, altri tipi di approcci medici come possono essere i farmaci naturali non siano stati sufficienti alla risoluzione del problema, allora si può passare ai sonniferi.
Siccome i sonniferi sono però sostanze psico attive, bisogna agire con estrema cautela. E’ vero che oggi i sonniferi somministrati sono assolutamente sicuri, efficaci e poco rischiosi, ma come ogni farmaco, ovvio, anche i sonniferi sono soggetti a effetti collaterali.
Molti possono essere gli effetti indesiderati ed è per questo che, siccome questo aspetto attiene alla soggettività del paziente da un lato e alla competenza del medico dall’altra, la valutazione tra i pro e i contro deve essere particolarmente avanzata.
Posologia e indicazioni
Inoltre, una volta stabilito che quel particolare sonnifero, come può essere uno a base di benzodiazepine o barbiturici o farmaci Z ad esempio, è corretto su di un piano terapeutico per quel paziente, il percorso farmacologico deve essere ben delineato e chiaro.
Ovvero sia
il medico non deve certo solo limitarsi a constatare che, tutto sommato, quel sonnifero sia adatto al paziente specifico, ma deve indicargli l’esatta portata della posologia, la tempistica di utilizzo e anche il modo corretto per arrivare ad una graduale riduzione ed eliminazione del farmaco.
Questo sia perchè, ovviamente i sonniferi non possono esser presi a vita, anzi, vanno assunti per brevi periodi di tempo: in secondo luogo perchè un sovraccarico della posologia potrebbe essere dannoso per il corpo, scatenando effetti collaterali o peggio ancora creando dipendenza.
In particolar modo poi, infatti, la dipendenza e la assuefazione sono due dei principali motivi e rischi per i quali in evidente ragionevolezza il medico deve indicare come e in che modo iniziare a scalare il farmaco, prima riducendolo e infine sospendendolo.
Se infatti si sospende il sonnifero in immediato e senza farlo in modo progressivo gli effetti per il corpo possono essere gravi e si può tornare ad una condizione di insonnia ancora peggiore di quella iniziale. Inoltre se non si smette di assumere il farmaco ovviamente il corpo si abitua rendendosi o dipendente dalla assunzione o necessitando di una quantità maggiore per fare effetto.
Alla luce di ogni valutazione ovviamente va anche poi presa come misura di parametro e di previsione e prevenzione quella di una valuazione in corso d’opera della cura per vedere se sta andando tutto secondo norma.