Ogni giorno o, per meglio dire ogni notte, milioni di persone sono alle prese con i disturbi del sonno. Sono infatti moltissime le persone che soffrono d’insonnia cronica, mentre il 45% ha a che fare con quella transitoria.
Stiamo parlando, in poche parole, di tutte quelle persone che fanno davvero fatica ad addormentarsi o in alcuni casi, molti a dire il vero, non ci riescono per niente.
Vi sono poi come detto le situazioni in cui il ‘paziente’, o per meglio dire il cittadino che ancora non è diventato un paziente, soffre di disturbi del sonno che iniziano in una forma moderata, graduale e passeggera ma che poi, con il vario incedere di magari altre problematiche finisce per diventare duratura.
Altra problematica è quella relativa alla bassa qualità del sonno, che sovente si associa o si sostiuisce alla scarsa quantità del sonno stesso. Insomma, non siamo messi bene, a livello di insonnia.
Come rivolvere tutto questo?
Se gli ultimi rilevamenti parlano di una quantità di 4 persone su 10 che hanno difficoltà ad addormentarsi, e di un numero pari a 3 soggetti ‘soggetti’ a diversi risvegli durante la notte, oppure finiscono di anticipare la sveglia, si evince come, sempre di più, la soluzione farmacologica sia diventata sempre più diffusa.
Quando parliamo di farmaci per curare il sonno parliamo per appunto di sonniferi. Ma uali sono i migliori sonniferi? Come facciamo a identificarli?
Ecco alcune indicazioni per poter riconoscere un sonnifero di qualità.
Sonniferi: quali sono i migliori
E’ ormai per molti divenuta quasi una scelta obbligata. L’uso di sonniferi o di ansiolitici e tranquillanti è ormai a dir poco frequentissimo. Traa i farmaci più indicati, o almeno quelli che sembrano avere secondo gli studi e gli esperti del settore delle migliori efficacia
si è soliti seguire alcune di quelle che sono considerate delle vere e proprie linee guida per la scelta del farmaco ideale. Per chi ha problemi ad addormentarsi o soffre di sonno interrotto sono spesso infatti prescritte alcune benzodiazepine (triazolam, temazepam) e i famosi Z farmaci.
In questo caso si parla di sedativi che contengono come principio attivo lo zolpidem, lo zoplicone o lo zaleplon. Interagiscono su particolari recettori, i Gaba, presenti nel sistema nervoso centrale, diminuendo l’eccitabilità dei neuroni ed esercitando un’azione tranquillante e ipnotica.
Questi medicinali, ovviamente, vanno prescritti da medici specializzati e autorizzati. Vanno assunti circa una mezza ora prima di andare a riposo: la loro concentrazione nel sangue si riduce nel giro di 4-5 ore e al mattino non lasciano sonnolenza o senso di ottundimento, che possono nuocere le attività quotidiane.
Attenzione tuttavia ai tempi di cura: devono essere utilizzati sotto controllo medico per non più di 2-3 settimane e a basso dosaggio.
Melatonina, rischi dipendenza e alternative
Una delle prime cose di cui occuparci da questo punto di vista, tuttavia, è quella di capire quanto sia da evitare il cosiddetto fai da te: per evitare dipendenza o problemi di sovradosaggio, ma soprattutto perchè si tratta di farmaci invasivi, non è possibile prenderli se non con prescrizione medica e ricetta.
Una delle alternative è la melatonina.
Molte delle attuali linee guida non indicano tuttavia la melatonina come rimedio per l’insonnia. Più che un ipnotico, la melatonina è vista una sostanza ipnotica che crea rilassamento generale e, di base, migliora il riposo, chiariscono diversi specialisti.
Si tratta di una sostanza che in linea di principio viene indicata per chi soffre di sindrome da fase di sonno ritardata, cioè quelle persone che a sera non andrebbero mai a dormire, mentre al mattino fanno fatica ad alzarsi. È spesso prescritto per i casi di jet-lag, per i cambi di fuso con il nuovo orario e per chi soffre di disturbo comportamentale in sonno Rem.
Barbiturici, come funzionano
I barbiturici sono stati fra i più noti farmaci a essere usati per contrastare i disturbi del sonno.
Oltre a essere scelti come sonniferi, i barbiturici sono anche dotati di attività ansiolitiche, anti convulsivanti ed anestetiche.
In questo momento però a dire il vero i barbiturici sono visti principi attivi piuttosto sorpassati per il trattamento dell’insonnia; per questo concetto, il loro uso come sonniferi si è molto diminuito , a favore di altri farmaci più pronti e efficaci nel medio e breve periodo. Infatti, questi farmaci portano in ‘dote negativa’ un valore terapeutico piuttosto basino a fronte del fatto che invece sono anche dotati di una significativa tossicità.
Il loro uso oggi è come elemento anestetico e per trattamento dei disturbi convulsivi e epilessia. Si registrano anche alcuni effetti collaterali, alcuni dei quali anche gravi. Per esempio:
Confusione, in particolare nei pazienti più anziani;
Depressione respiratoria;
Eccessiva sedazione;
Diminuzione della contrattilità del muscolo cardiaco;
Atassia;
Nistagmo;
Turbe della coscienza che possono portare perfino al coma;
Tolleranza e dipendenza (sia fisica che psichica).
Benzodiazepine: cosa sono, come funzionano
Le benzodiazepine (o BZD) possono essere viste invece come i principali farmaci sonniferi scelti nel trattamento dell’insonnia a breve termine, ma non appena per questo. in particolare, accanto a quanto rivisto per i barbiturici, anche le benzodiazepine sono dotate di proprietà ansiolitiche, anti convulsivanti e anche miorilassanti.
Fra le principali benzodiazepine a essere usate come sonniferi, si ricordano il diazepam, il lorazepam, il flurazepam e il bromazepam che, in particolare, è usato per i casi di ansia prolungata.
In particolare, parlando del loro meccanismo d’azione possiamo dire che
le benzodiazepine fungono alla loro attività di sonniferi tramite un meccanismo d’azione molto accumulabile a quello esercitato dai barbiturici.
Nel dettaglio le benzodiazepine hanno un sito di legame dettagliato sui recettori GABA-A in reagione del quale, per appunto, le benzodiazepine producono il sonno attraverso l’aumento della trasmissione GABAergica a livello centrale.
Sono conosciuti degli effetti collaterali. A differenza dei barbiturici, le benzodiazepine sono tuttavia visti come dei sonniferi alquanto sicuri. da questo punto di vista infatti essi possiedono un indice terapeutico davvero elevato e una bassa tossicità.
Ciò non significa che non possano provocare effetti indesiderati. Fra questi, possiamo ad esempio citare:
Sintomi paradosso: ansia, agitazione, irrequietezza, deliri, aggressività, psicosi;
Depressione;
Amnesia anterograda;
Eccessiva sedazione;
Sonnolenza diurna;
Atassia;
Dipendenza fisica e psichica;
Tolleranza.
I Farmaci Z: cosa sono e come funzionano
I farmaci Z (da molti conosciuti come Z Drugs) sono sonniferi del tutto diversi l’uno dall’altro sul piano del funzionamento e sul fronte chimico. L’unico comune tra loro è che che queste molecole hanno identica la iniziale del loro nome, da cui appunto deriva la dicitura “Farmaci Z”.
A questa specifica categoria di sonniferi rientrano infatti lo zolpidem, lo zaleplon e lo zopiclone. Come funzionano?
Il meccanismo d’azione attraverso cui tali farmaci Z agiscono e realizzano la loro azione di sonniferi è il particolare identico più o meno a quello realizzato dalle benzodiazepine. Infatti, queste molecole – benché non abbiano una struttura chimica di tipo benzodiazepinico – sono nella possibilità infatti di legarsi al sito di legame specifico per le benzodiazepine presente sul recettore GABA-A, aumentando in questo senso la trasmissione dell’acido γ-amminobutirrico e producendo la comparsa del sonno.
Grazie a questa loro attitudine, tali principi attivi vengono sovente definiti come farmaci simil-benzodiazepinici. Anche in questi casi ci sono degli effetti collaterali. Ma
In relazione alle benzodiazepine, i farmaci Z pare possano possedere un minor potere d’indurre dipendenza fisica e psichica. Nonostante questo, qualche effetto indesiderato può manifestarsi. Come ad esempio:
Sintomi paradosso (come agitazione, irrequietezza, aggravamento dell’insonnia, allucinazioni, incubi, aggressività);
Insonnia da rimbalzo;
Amnesia anterograda;
Sonnambulismo;
Mal di testa;
Capogiri.
