Come fare a capire se e quando un sonnifero fa al nostro caso? Quali sono i migliori sonniferi e quando vanno usati? Per quale motivo in alcuni casi sono indicati e in altri no? Sono davvero tante, a tutti i livelli, le domande da porci quando ci si trova a dover usare un sonnifero.
Alla luce del fatto che si parla ovviamente di un farmaco particolare che, come ben tutti sanno a grandi livelli, agisce in relazione ai ricettori del sonno o, in altri casi, in funzione del miglioramento delle qualità del sonno per consentire al paziente una regolarizzazione del ciclo del sonno stesso (tra le altre cose) è indubbio che prima di assumerlo è necessario fare tutta una serie di valutazioni.
Ebbene, cosa occorre sapere prima dell’acquisto di un sonnifero e quali sono i consigli e le indicazioni più importanti? Andiamo con ordine.
Cosa c’è da sapere prima di acquistare un sonnifero
I sonniferi come tutti sanno sono dei farmaci che aiutano a migliorare la qualità del sonno, combattere la insonnia e più in generale possono essere utili per interagire nei riguardi di altre problematiche come l’ansia, per esempio. Ma sono diverse le cose che occorre sapere prima dell’acquisto di un sonnifero.
In particolare
partiamo dalla base, per poter tranquillizzare chi legge: i sonniferi sono farmaci contro l’insonnia che non solo sono molto sicuri, ma è evidente che ormai hanno una efficacia in buona sostanza totale. La loro varietà e la loro capacità di interazione è tuttavia molto importante perchè è su queste differenze che si basa la loro sostanziale efficacia.
Per trarre i benefici che un sonnifero promette di dare, essi vanno assunti sempre sotto controllo medico.
Non si tratta ovviamente di medicinali che possono essere comprati liberamente, ed è ovvio e giusto che sia così. Deve essere un medico, fatta una adeguata valutazione del quadro del singolo paziente, a prescriverli.
I farmaci ipnotici e ansiolitici vengono prescritti di forma generale dai medici per permettere un miglioramento a livello di qualità e quantità del ciclo del sonno in caso di insonnia occasionale o vice versa ricorrente e non solo.
Spesso vengono anche segnati dal medico al paziente per contrastare l’ansia acuta, sia nei pazienti che soffrono di disturbo d’ansia generalizzata sia in chi soffre di attacchi di panico o ancora in casi di depressione maggiore legata a sintomi ansiosi e o, appunto ad una situazione di insonnia.
Specifiche tecniche e mediche sui sonniferi
In poche parole gli effetti tranquillanti e sedativi di molti di questi farmaci sono stati usati per produrre una riduzione della tensione e la reattività individuale prima di andare a realizzare delle note operazioni mediche e diagnostiche invasive: un caso tipico, per esempio, è quello relativo alla gastroscopia o la colonscopia che come noto sono tecniche di indagine interna che spaventano molto i pazienti.
Un’altra delle strade in cui si usano i sonniferi è quella relativa alla procedura legata ad interventi odontoiatrici o chirurgici su anestesia basale, ma anche in tutti quei casi in cui è necessario e doveroso passare a gestire i sintomi di astinenza da alcool negli alcolisti cronici.
Nel particolare poi
in questo ultimo periodo storico in cui la medicina ha fatto passi avanti anche se non sopratutto nel miglioramento dei percorsi di indagine e di utilizzazione e somministrazione dei farmaci, molti sonniferi sono usati per via delle loro specifiche e molto apprezzate aggiuntive proprietà mio rilassanti.
In poche parole, ci sono alcuni sonniferi che hanno in sè delle proprietà davvero vantaggiose nel merito della terapia del dolore, in particolare per poter diminuire nei pazienti i sintomi di disturbi dolorosi muscolo scheletrici associati a contrattura muscolare, e nello stesso momento è ormai nota anche la tipica azione anti convulsivante che è divenuta molto apprezzata e utile per il trattamento di alcune forme di epilessia e delle convulsioni febbrili nei bambini.
Precauzioni, indicazioni, effetti collaterali
Va detto, chiaramente, che, come tutti i medicinali, per poter dare dei veri e fattivi risultati i sonniferi devono essere ragionevolmente prescritti dal medico solo dopo una scrupolosa e attenta valutazione del quadro clinico e di sofferenze di quel paziente stesso. Perchè
il più elevato beneficio terapeutico dei sonniferi è indubbiamente legato alla necessità di sapere a chi viene prescritto, in un quadro di anamnesi che impedisca rischi o azzardi.
Il punto è per appunto evitare di incorrere in effetti collaterali e per riuscirci in modo adeguato è necessario individuare con appunto il supporto sostanziale del medico quale possa essere senza alcun dubbio il farmaco più adatto e assumerlo poi, ovviamente, nelle dosi e nei tempi corretti, come da prescrizione, per permettere al principio attivo di agire in modo ottimale.
Conoscere il tipo di azione e le caratteristiche di un sonnifero e dei composti può sostenere il percorso terapeutico e fornire importanti aiuti a capire meglio il tipo di esigenza del paziente e, sulla base della loro somministrazione e ad aumentare o meno l’eccipiente e la procedura clinica del loro utilizzo.
Che cosa sono e come agiscono i sonniferi
Quando si cerca di capire meglio il funzionamento di un sonnifero e la sua efficacia specialmente se si opera nei confronti dei disturbi d’ansia e nella terapia dell’insonnia, si deve agire cercando, ovviamente sempre e comunque con il pensiero e il quadro del medico curante, di andare ad ottimizzare l’attività terapeutica e di produrre una riduzione dei possibili effetti collaterali che ci possono sempre essere, così da non andare nè ad interferire nel meccanismo d’azione del medicinale e neppure a creare problemi alla salute del paziente.
Come sappiamo infatti,
molti farmaci contro l’insonnia agiscono a livello del sistema nervoso centrale, andando per appunto a modificare l’attività di un neuro trasmettitore determinante per il controllo dell’umore e del sonno. Il suo nome è acido gamma-aminobutirrico, altrimenti detto GABA.
Si tratta come detto di un neuro trasmettitore che ha un proverbiale effetto inibitorio sui neuroni con i quali agisce. Alcuni sonniferi, vincolandosi agli stessi recettori delle cellule nervose a cui si connette il GABA, ne emulano la azione, aumentandola ovviamente e determinando effetti ansiolitici, oppure anche ipnotici, e in altri casi sedativi, mio rilassanti, e come detto anche in diverse situazione come anestetici e anti convulsivanti.
La durata d’azione dei sonniferi
Alcune tipologie specifiche di sonniferi vengono elencate in linea generale sulla base della loro emivita. Di cosa stiamo parlando? Del periodo di tempo utile a che la loro concentrazione massima nel sangue si dimezzi dopo l’assunzione di una dose pre stabilita: da questo dipende anche la durata della loro azione farmacologica.
In particolare
, nel corso degli ultimi tempi sono stati messi in azione divenendo prassi della pratica clinica alcuni sonniferi a lunga (emivita > 48 ore), intermedia (emivita 24-48 ore), e anche breve (emivita <24 ore) o anche brevissima durata d’azione (emivita 1-7 ore).
Ma al di là della relazione con la emivita, a essere importante sulla durata d’azione di alcuni farmaci contro l’insonnia è pure il tipo di degradazione cui va a agire la sostanza assunta dopo aver esercitato gli effetti desiderati.
Alcuni sonniferi, di fatti, vengono cancellati senza lasciare traccia, mentre in diversi altri casi essi vengono scissi in composti di degradazione intermedi ancora dotati di attività ipnotica e in altri casi ansiolitica che prolunga gli effetti del farmaco assunto.
Come scegliere un sonnifero a seconda dei casi
La durata d’azione di un sonnifero non va ad incidere appena sulla frequenza di utilizzo necessaria per avere gli effetti terapeutici desiderati, ma nello stesso tempo pure sullo specifico uso che si necessita.
Per esempio,
quando l’uso è rivolto a contrastare un disturbo d’ansia con sintomi significativi e durevoli è preferibile scegliere un farmaco a lunga o intermedia durata che sia in effetti, come si evince, in grado di dare una copertura migliore e costante dai sintomi di questa stessa ansia.
Al contrario, se si sta cercando di porre rimedio ad una insonnia è meglio optare per uno a breve durata d’azione e privo di metaboliti attivi, in grado di indurre in modo rapido il sonno e accrescere la sua durata in modo sovrapposto al ciclo sonno-veglia fisiologico.
In questo senso infatti, si abbassano molto gli effetti collaterali tipici dei sonniferi a più lunga emivita, quali la percezione di stanchezza fisica e la sonnolenza marginale il giorno successivo, le difficoltà di attenzione o nel concentrarsi e di memoria che possono essere un problema per chi magari ha a che fare con lo studio e con le prestazioni intellettive. Ad ogni modo, sempre e comunque la indicazione di uso sarà fatta da un medico.